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Preparazione alla salita del Cervino con Tomek

del
  • Alpinismo

Preparazione alla salita del Cervino con Tomek - Monviso, Dente Del Gigante, Traversata dei Perron, Traversata dei Marbree. Bellissime giornate in vista del Cervino. Con Tomek avevamo provato lo scorso anno a prepararci per il Cervino, poi tra la sua disponibilità e la mia e le condizioni meteo del Toblerone non eravamo riusciti a trovare un momento propizio. Quest’anno la sorte sembra analoga non tanto per le nostre disponibilità quanto per le condizioni del Cervino che sono piuttosto invernali e poi il meteo questa estate non è dalla nostra piove quasi tutti i giorni.

Allora ci siamo rilassati e abbiamo iniziato a scegliere delle salite per divertirci e anche per prepararci al Cervino, ma sempre con l’obiettivo di divertirci.

Ci incontriamo a Chamonix, primo giorno Tomek vorrebbe acclimatarsi, cosi pensiamo al Dente del Gigante che ha alcune caratteristiche simili al cervino, i canaponi da tirare, ed è un 4000m e poi pensavo di fare un cresta che non avevo mai fatto.

Sento il rifugio Torino per capire la disponibilità e decidiamo per fare la cresta prima e poi il Dente, cosi da avere posto in rifugio per una notte. Decidiamo di fare la Traversata dei Perron un bellissima cresta aerea nelle Aig. Rouges, che offre una lunga cavalcata a fil di cielo con uno splendido panorama su tutto il massiccio del Monte Bianco.

La traversata dei Perron si rivela una piacevolissima sorpresa, lunga aerea e varia con tratti di arrampicata divertenti e svariate doppie e poi un ritorno tra laghi e paesaggi che solo la svizzera regala. Insomma, una gran figata.

Il giorno dopo un pò stanchi decidiamo di salire al rifugio Torino con calma e ci facciamo una Traversata dei Marbree in relax tanto per non sprecare la giornata.

Mattina seguente il meteo annunciava bel tempo, ed effettivamente era bello ma avevano sbagliato la previsione del vento, un vento patagonico ci accompagna fino alle 11:00 cosi un pò titubanti saliamo la gengiva con l’idea di vedere come fosse la situazione una volta giunti ai canaponi. Parto per i primi due tiri con l’idea che se fosse stato troppo forte sarei sceso. Alla fine era abbastanza forte ma ancora scalabile e piuttosto che riascendere a Nord che ci avrebbe lasciato al vento per tutto il tempo conveniva raggiungere la vetta e scendere per la linea di discesa normale che essendo esposta sud ci teneva al riparo dal vento. Cosi ci siamo regalati un Dente del Gigante patagonico tutti soli soletti.

In discesa, piacevolissimo incontro alla base del dente con il mio amico e collega Stefano Bigio che non vedevo da tempo anche lui insieme al suo socio Nicolò Bruni gabbati dalla previsione meteo e dal vento.

Tomek impegnato sui canaponi del Dente del Gigante

Mentre Tomek ritorna a Chamonix per due giorni di riposo io vado al Monte Rosa con il mio collega Raffaello e una banda di aquilani terribili. Ripieghiamo sul “Rosa” visto il meteo pessimo sul “Bianco”, così insieme a Paolo, Massimo e Mauro saliamo Punta Giordani e traversiamo sulla cresta sud per salire anche la Vincent. Il primo giorno scendiamo tra le minacce di temporale alla Capanna Gnifetti dove ci attende Raffaele e Raffaello che erano saliti il giorno prima per fare le stesse salite.

Il giorno successivo con Paolo e Massimo saliamo Margherita e Zumstein nelle nebbie, ci è sfuggito il Monte Bianco ma ci siamo regalati ben quattro quattromila.

Al rientro ricontatto Tomek e gli propongo di andare al Monte Viso, avevo un conto aperto da 30anni, ovvero quando avevo iniziato ad andare in montagna.

Ai tempi il Cai dell’Aquila tramite il grandissimo segretario Torpedine, organizzava delle gite sulle alpi, io frequentavo da poco e mi iscrissi per andare al Monviso e sull’Argentera, ero il piu giovane della spedizione.

Torpedine per quel viaggio ingaggiò due guide per le due montagne previste da programma, Rio Celso per il Monviso, che ho poi ritrovato ai corsi guida come istruttore e l’altra per l’Argentera una figura mitica nel cuneese Sergio Savio, personaggio che mi affascinò tantissimo. Guida alpina, scultore, artista, fortissimo scalatore, mi colpì talmente che forse nel mio piccolo devo alcune scelte proprio a quell’incontro.

Quella volta non riuscimmo a salire il “Viso”, dormimmo al Rifugio Sella ma la mattina la pioggia ci respinse. Da allora non avevo avuto più modo tornarci, lo vedo ogni volta dalla vetta del Bianco che si erge solitario, la sua piramide è inconfondibile all’orizzonte.

Questa volta c’erano tutti i presupposti per chiudere questo conto, due giorni di bello e ottime condizioni. Tomek era pronto inoltre la cresta Est del Viso è proprio una salita che si presta come salita preparatoria per il Cervino, lunga e con le stesse difficoltà.

Saliamo al Rifugio Sella e la mattina dopo sveglia alle 4:00 per salire la cresta est che si staglia decisa in fronte al rifugio. La salita è molto bella ed evidente, l’arrampicata piacevole e verso la fine regala anche alcuni passaggi esposti, insomma mi sono proprio divertito e poi finalmente ho chiuso un conto aperto con il Viso.

Grazie Tomek e grazie al Monviso per averci regalato 2 bellissime giornate.

A presto con le piccole mie avventure alpine tra un temporale e l’altro .

Zaf

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