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La banda dei miracoli

del
  • Alpinismo
  • Arrampicata

è la più dura tra quelle che avevamo messo in campo, ma è anche la più riparata dal vento, nascosta come è dietro lo spigolo del terzo pilastro Sono al lavoro ai Prati di Tivo, oggi accompagno Ada sul terzo pilastro di Intermesoli. Non c’è gente in giro e non fa il caldo dei giorni passati (e già questo è un mezzo miracolo di questi tempi, ma aspettate e vedrete quello intero…). Un salto da Valeria per un caffè ancora e ci siamo quasi. Sono già le 9 quando ci mettiamo in marcia, forse un po’ tardino; però meglio partire un po’ tardi ma riposati che partire presto ma già stanchi.

Miracoli

Sono al lavoro ai Prati di Tivo, oggi accompagno Ada sul terzo pilastro di Intermesoli. Non c’è gente in giro e non fa il caldo dei giorni passati (e già questo è un mezzo miracolo di questi tempi, ma aspettate e vedrete quello intero…). Un salto da Valeria per un caffè ancora e ci siamo quasi. Sono già le 9 quando ci mettiamo in marcia, forse un po’ tardino; però meglio partire un po’ tardi ma riposati che partire presto ma già stanchi. Soprattutto se come Ada ti spari Roma - Prati di Tivo la mattina stessa.

Un po’ di relax negli orari ci sta tutto, una fuga dalla grande città, non una giornata peggiore di quelle passate a lavorare. Oggi vorrei proprio far passare una bella giornata a questa ragazza!

Ma questo vento forte da sud-ovest non è nulla di buono per quello che sta succedendo nella mia città: all’Aquila i boschi sono in fiamme. Bruciano da giorni ormai, il fuoco minaccia di scendere tra le case. Camminando avvertiamo chiaramente la puzza di bruciato; è incredibile, siamo dall’altra parte della montagna. Il rinencefalo, la parte del cervello coinvolta nell’olfatto, è una delle più antiche del sistema nervoso centrale, e ha molte connessioni con altre zone deputate alla gestione delle emozioni. Per questo motivo gli odori si associano ai ricordi. Dopo l’odore della polvere del terremoto, questo è uno dei peggiori che la città abbia mai dovuto sopportare. Ce lo ricorderemo tutti. Ci sarebbe da aggiungere anche la puzza di certi politici, ma in questo posto bellissimo e sconfinato non c’è spazio per pensarli. Procediamo di buon passo, il vento sta aumentando. Non mi illudo che cesserà presto, le previsioni erano chiare. C’è, come avevano promesso. Tra l’ altro avevano promesso che verso le 17 potrebbe anche piovere. Incrocio le dita, pioggia è bene per sconfiggere l’incendio; un po’ meno per noi che a quell’ora saremo in discesa dalla parete. Tuttavia non mi sento che sto sfidando la natura, so solo che dovremmo adattarci e scegliere bene l’itinerario in base all’esposizione. E tirare giù le doppie prima del brutto tempo. Tra le vie papabili scelgo “La banda dei miracoli”, è la più dura tra quelle che avevamo messo in campo, ma è anche la più riparata dal vento, nascosta come è dietro lo spigolo del terzo pilastro. È la prima volta che scalo con Ada, non la conosco ancora bene, ma il fisico leggerissimo e il passo svelto mi fanno riporre in lei tanta fiducia. La ragazza ha tutte le carte in regola.

Partiamo

Partiamo. E che il nome della via sia di buon auspicio: se il vento calerà e pioverà sarà un miracolo. La scalata va avanti regolare, un tiro dopo l’ altro; scopriamo una via bella, nuova per entrambi. Ada è perfetta, scala ed è sempre sorridente; si lascia appena aiutare solo in un punto, forse giusto per darmi la soddisfazione di farle da guida. Che bello lavorare così, su una via mai fatta e con una ragazza che scala bene! Gli ultimi due tiri poi sono davvero divertenti.

Poco prima delle 16 siamo in cima. All’ ultima sosta il cielo è grigio, e le nuvole si abbassano minacciose. Ancora non piove ma mettiamo su il guscio, rassegnati a prendere un po’ d’ acqua; se piove non sono ammesse imprecazioni, serve al bosco! Iniziamo a calarci. Il vento infastidisce solo le doppie più esposte, sballottolando qua e là le corde. C’è anche un arcobaleno strano, infatti non è un arco ma una striscia lunga. Visioni. “Ho sentito una goccia” ci ripetiamo di tanto in tanto…alla fine tocchiamo terra completamente asciutti. Mentre mi tolgo il guscio, faccio il conto delle gocce che abbiamo sentito, forse non arriviamo nemmeno a 5 gocce tra tutti e due. Che sia stato tutto frutto della fantasia? Anche se non avevo nessuna voglia di prendere acqua in parete, una parte di me desiderava la pioggia. In qualche modo quel fumo era penetrato nel mio cervello, aveva raggiunto i centri dell’ emozione e toccato le corde dell’ inconscio, ero felice e allo stesso tempo deluso. Asciutto.

A valle, o meglio ai Prati, il vento è calato, una calma rilassante al posto dell’ odore di fumo. Davanti ad una meritatissima birretta, felicissimi per la giornata, rassegnati a spegnere solo la nostra arsura, arriva la grande notizia: a L ‘ Aquila pioggia e grandine! Urrà!!! Allegria!

Dopo aver scalato “la banda dei miracoli”, asciutti e felici nel giorno che arrivó la pioggia più attesa e desiderata degli ultimi 1000 anni , la pioggia che che domó le fiamme e salvó la città…

Ditemi che i miracoli non esistono e io vi racconterò questa storia!

Grazie al cielo! È proprio il caso di dirlo!

Complimenti e grazie ad Ada per la fiducia!

4 agosto 2020

Domenico

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