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Via Salluard al Pic Adolphe Rey, Monte Bianco

del
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Il racconto della giornata trascorsa sulla Via Salluard al Pointe Adolphe Rey sul massiccio del Monte Bianco con Marco, Domenico e Giuseppe Con Giuseppe arriviamo a Courmayeur domenica pomeriggio, dopo un viaggio reso interminabile dalle code del rientro estivo di agosto. Ci incontriamo con Marco in Val Ferret per cenare insieme e in serata ci raggiunge anche Domenico di ritorno da una giornata di scalate in giro per il Monte Bianco.

A quanto pare abbiamo solo tre giorni prima che il meteo peggiori, quindi ceniamo consultando un paio di guide per decidere dove andare a scalare e quale via ripetere il giorno seguente. Decidiamo per alcuni possibili itinerari alla nostra portata al Pointe Adolphe Rey e prepariamo lo zaino con il materiale per due cordate. Sono mesi ormai che non ci vediamo ed approfittiamo della serata per fare quattro chiacchiere in tranquillità prima di buttarci in tenda.

Lunedì mattina saliamo al Rifugio Torino, ci lamentiamo sempre del Gran Sasso ma anche gli orari della SkyWay non scherzano, prima corsa ore 7:30. Lasciamo un po’ di materiale che ci servirà il giorno seguente per il Dente del Gigante e partiamo per Pic Adolphe Rey.

Camminare su un ghiacciaio ha sempre il suo fascino ma siamo a fine stagione e quest’anno pare sia stato molto caldo. Insomma è un labirinto di crepacci tra cui Marco per fortuna si muove con disinvoltura, sono anni ormai che ci trascorre l’estate e si può dire che è la sua seconda casa. La situazione si complica con l’avvicinarsi al nostro obiettivo, ci sono dei ponti di neve da attraversare e non sarà piacevole al ritorno con il caldo.

Via Salluard al Pic Adolphe Rey

Arriviamo alla base della parete e scopriamo che due delle possibili vie non sono fattibili. Il ghiacciaio si è abbassato di 20 metri abbondanti e il punto d’attacco della via è sopra una parete di granito, praticamente un tiro aggiuntivo di difficoltà sconosciute. Optiamo per la Via Salluard, sicuramente sotto il livello di Domenico e Marco che scalano su gradi molto più alti ma almeno un itinerario che tutti possiamo goderci a pieno e senza troppi stress.

Il profilo e la parete del Pointe Adolphe Rey su cui sale la via Salluard

Mentre ci prepariamo, alla base della via ci raggiungono Matteo e Luca che scaleranno con noi in una terza cordata. Da primo va Domenico, neanche a dirlo! È così in forma che lo vedrò alla partenza del primo tiro, a metà via ma solo perché le sigarette erano nel mio zaino e alla base della via dopo l’ultima doppia. Con Domenico si lega Giuseppe, io e Marco li seguiamo e dietro di noi Matteo con Luca.

Il primo tiro, non difficile per fortuna, serve a prendere le misure e la giusta confidenza con il granito. Dal secondo le cose cambiano, è il tiro più difficile della via ed è gradato 6a, con un tettino da superare che può far soffrire i meno alti (alle brutte fattibile in A0). Dalla terza lunghezza in poi è continua, i tiri sono uno più bello dell’altro e mai banali.

L’ambiente in cui si scala poi è la ciliegina sulla torta! Fa sempre un certo effetto, in sosta, guardarsi intorno e vedersi circondati da centinaia vette e pareti a picco su un mare bianco. I rumori, forti e inquietanti che salgono dalla pancia del ghiacciaio non sono altrettanto piacevoli ma fanno parte del pacchetto. Forse anche loro hanno uno scopo, servono a non far calare l’attenzione e a ricordare che una volta scesi dovremo passarci ancora e con la massima attenzione.

Arriviamo in vetta dopo 9 bellissimi tiri. Un “tavolo” di granito di 2 metri, niente croci, niente statue né targhe. L’unico segno di passaggio è la catena per le doppie attrezzata mezzo metro sotto i nostri piedi.

Il tempo di una foto con Zaff e di guardare il panorama intorno che Marco è già alla catena successiva, mentre mi urla che le corde sono libere e posso scendere, mi prendo ancora qualche istante. Seduto sul bordo del “tavolo” con i piedi penzoloni mi godo l’obbiettivo di domani da una postazione privilegiata. Il Dente del Gigante baciato dall’ultimo sole della giornata, svetta inclinato sul ghiacciaio.

Non sono molte le poltrone con questa vista e in grado di regalare queste sensazioni...

Il panorama dalla vetta di Pointe Adolphe Rey con il Dente del Gigante illuminato dal sole

Sei sono le doppie per raggiungere la base della parete, le facciamo velocemente e senza intoppi. Una volta sotto ritroviamo Giuseppe con Domenico che è praticamente già pronto e scalpita al bordo del ghiacciaio. Aspettiamo Matteo e Luca, recuperiamo e dividiamo il materiale e partiamo per il Rifugio Torino in un’unica cordata da sei, cercando di ridurre i rischi nel ghiacciaio.

Arriviamo alle 19:00 e sulla balconata c’è Gabriele che ci aspetta per cenare insieme prima di iniziare ad organizzare l’uscita di domani. Con Marco e Giuseppe andremo al Dente del Gigante (4.014 metri), mentre Domenico ha appuntamento con dei clienti per il Gran Paradiso (4.061 metri). Luca, Matteo e Gabriele invece andranno a fare l’Aiguille d’Entrèves (3.604 metri).

La stanchezza e la quota si fanno sentire, la sveglia suonerà tra poche ore quindi ci gustiamo un tea caldo facciamo quattro chiacchiere sui progetti del giorno successivo e ci ritiriamo in branda.

A seguire qualche scatto e a breve qualche dettaglio in più sulla salita al Dente del Gigante con Marco e Giuseppe.

A presto

Gianluca

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